Per poter visitare le grotte di Loub Nam e Hoi ci siamo appoggiati ad una piccola agenzia familiare che in una mattina ha organizzato la visita compresa di pranzo al nostro rientro.
Siamo partiti con un tuk-tuk per raggiungere le grotte ma non sapevamo cosa ci attendeva..
Siamo saliti su una specie di speed-boat per attraversare il fiume e andare sull'altra sponda e da qui via attraverso gli interminabili campi di riso
Non dimentichiamoci che siamo nel periodo delle piogge e proprio ieri ha ripreso a piovere con forza
Per raggiungere queste grotte abbiamo attraversato dei piccoli sentieri costituiti in larga parte da fango e concime naturale... Intorno a noi ci facevano compagnia tantissimi vitelli e vitellini che però avevano lasciato numerosi ricordini..
In più ci era stato consigliato di indossare delle semplici infradito, perché un passaggio all'interno di una grotta doveva avvenire in acqua
Non so se riuscite ad immaginare il risultato, ma al nostro rientro i più fortunati di noi avevano schizzi di terra dalla vita in giù!!
Purtroppo non abbiamo potuto visitare una grotta, dove per accedere dovevamo salire su delle camere d'aria e lasciarci trasportare dall'acqua attaccati ad una corda.
Al nostro arrivo l'acqua era così alta che non c'era il minimo spazio necessario per poter lasciarsi scivolare all'interno.
Nonostante questo e le numerose parolacce dette nei momenti più critici (soprattutto quando qualcuno è planato sopra strati di fango ed altro) la visita è stata davvero interessante
Abbiamo potuto ammirare un paesaggio eccezionale, diverso da quello a cui siamo abituati, circondati dalle coltivazioni di riso di un verde chiaro ma intenso e poi le montagne ricoperte di foresta di un verde molto più scuro ma sempre molto carico.
All'entrata della Grotta dell'Elefante si trova un Buddha e "un'impronta"del suo piede
proseguendo nella grotta successiva, Tham Loup, siamo stati portati all'interno della cavità dove tra stalattiti e rocce calcaree siamo diventati quasi degli equilibristi speleologi in infradito e dotati di frontalino.
Inoltre, per proseguire con i nostri incontri di viaggio, Gianluca si è impegnato in uno scambio culturale e linguistico con una ragazzo Laotiano interessato a conoscere alcune parole in italiano.
E così mentre camminavamo in mezzo alle piantagioni di riso, decisamente paludose, sentivano ripetere "hi-ciao-sabaidee" "Thank you-grazie-khawp jai" con il risultato di un super lezione di laos-italiano!
In questo post alcune foto delle nostre condizioni fisiche non possono mancare come quelle scattate all'interno delle grotte da Elena con l'ausilio delle luci frontali